Tra i nostri Business Mentor abbiamo il piacere di avere Barnaba Trinca, autore di “La via della microfinanza. Imprenditrici e imprenditori senza capitale – Teoria, pratica e storie” edito da Altraeconomia, che ripercorre la storia della microfinanza dalle origini ai giorni nostri, raccontandone le dinamiche e il funzionamento.
La microfinanza è un potente strumento di inclusione finanziaria e sociale e questo libro spiega perché il credito sia un diritto umano e rappresenti la chiave affinché anche chi non è “bancabile” possa iniziare un’attività.
Abbiamo pensato di intervistare Barnaba per farci raccontare la nascita di questo volume.
Ciao Barnaba, da dove nasce l’idea di scrivere questo libro?
Durante un percorso durato quaranta anni, ho avuto la fortuna di maturare una significativa esperienza lavorativa a livello dirigenziale nell’ambito del Gruppo BNL – BNP Paribas. L’ultimo mio incarico è stato quello di Direttore Operativo di PerMicro Spa, conclusosi nel 2020.
Il libro nasce quindi naturalmente a seguito di tale esperienza: le caratteristiche specifiche della microfinanza e la peculiarità della clientela a cui essa si rivolge si sono infatti rivelate per me un grande arricchimento: in qualche maniera ho potuto completare le esperienze già fatte in tanti anni di attività nel settore bancario, maturate queste ultime in diverse aree geografiche e differenti branche operative.
L’opportunità di avere più tempo a disposizione mi ha consentito quindi di riordinare le idee, arricchire fonti e documentazione, mettere a confronto le diverse opinioni su vari temi e di pervenire infine ad una focalizzazione su alcuni punti prioritari per la microfinanza. Il libro in realtà ha preso poi una vita propria: esigenze di carattere sociale, richiami storici, teorie economiche e problematiche tecniche si sono andate intersecando e dipanando durante la stesura dei vari capitoli.
Riuscire a terminare il libro è stata comunque e soprattutto una sfida con me stesso e quindi sono contento di essere riuscito ad arrivare sino in fondo.
Mi auguro che il libro possa essere di qualche aiuto per coloro che per diverse esigenze si avvicinano alla microfinanza.
Quale impatto pensi possa avere lo strumento della microfinanza nell’attuale situazione di crisi?
La prima parte del mio libro tratta i temi della povertà e della disuguaglianza ai nostri giorni, la seconda parte approfondisce proprio le dinamiche operative della microfinanza, quale potente strumento per combattere la povertà e la diseguaglianza presenti nella nostra società.
L’inasprirsi delle disuguaglianze a seguito della crisi internazionale del 2007 è sotto gli occhi di tutti. È importante notare che la povertà è molto spesso collegata all’esclusione finanziaria che riguarda 2 miliardi di persone a livello globale, in particolare donne e poveri. Gli effetti della pandemia in corso presumibilmente accentueranno tale situazione.
Le principali cause dell’esclusione finanziaria derivano da una combinazione di costi di transazione elevati e da asimmetrie informative. Il sistema bancario tradizionale non è in grado di ottenere profitti adeguati dall’offerta di prestiti e servizi finanziari di piccola dimensione, e la mancanza di informazioni circa il profilo di rischio dei potenziali prenditori diventa più acuto quando questi non sono in grado di offrire garanzie collaterali.
Il fenomeno dell’esclusione finanziaria può essere meglio compreso, ove si consideri in particolare il problema dell’accesso al credito, accentuatosi negli ultimi anni in molti Paesi europei, anche come conseguenza dell’incremento dell’attività di microimpresa svolta da soggetti marginali.
In tale contesto socio-economico la microfinanza costituisce uno strumento importante per superare le suddette contraddizioni mediante un’azione dal basso, che consenta di valorizzare le energie e il lavoro dei poveri e di accrescere l’uguaglianza delle opportunità. Essa costituisce una modalità operativa diversa inoltre dai grandi progetti di cooperazione internazionale (spesso risultati non bene armonizzati con il contesto locale e pertanto inefficaci), ed è altresì un agente potente di decentramento del potere economico, di liberazione di energie imprenditoriali individuali, pur in presenza spesso di strutture amministrative, soffocanti e/o inefficienti.
Lo “Stato sociale” (in presenza di minori risorse finanziarie a seguito dei deficit di bilancio) piuttosto che provvedimenti assistenziali, potrebbe quindi prediligere quelli adatti a permettere a quanti ne hanno la volontà e le capacità di crearsi un posto di lavoro, favorendo loro l’accesso al capitale (“il modo infallibile per uccidere un uomo è di pagarlo per essere disoccupato.” Félix Leclerc).
Lo Stato è chiamato pertanto a sostenere la microfinanza concretamente, sia mediante adeguati interventi regolamentari che finanziari, nell’ottica, ad esempio, di “interventi con moltiplicatore”.
La microfinanza non è probabilmente sufficiente, da sola, per sconfiggere la povertà nel mondo, tuttavia essa svolge un ruolo fondamentale per i poveri, perché consente loro di avviare le microimprese e le sostiene nel tempo: allo stato attuale essa svolge un ruolo unico e insostituibile come mezzo di sostentamento per i poveri e gli emarginati del mondo.