Obiettivi: come raggiungerli? Intervista a Francesco Bocciardo
In occasione della Riunione Annuale dell’Associazione svoltasi a Genova il 22 e 23 novembre 2019 abbiamo avuto l’onore di ospitare l’oro nuoto paralimpico Francesco Bocciardo.
Abbiamo intervistato Francesco per capire cosa serve per raggiungere grandi obiettivi.
Chi sei?
Non sono sicuro di essere in grado di rispondere a questa domanda, forse perchè non lo so nemmeno io. Molti pensano che un nuotatore sia solo un nuotatore, come se non potesse essere nient’ altro. Non è così, io sono anche un nuotatore.
Sono un lavoratore, un fidanzato, un figlio, un sognatore, un amico, forse un giorno anche un padre e molte altre figure. Sicuramente il nuoto è stato e sarà per sempre una parte fondamentale e importantissima della mia vita, ma so anche che un giorno appenderò il costume al chiodo per continuare il mio progetto di vita. In conclusione, in una parola, mi definirei uno stacanovista che cerca di fare tutto, e spesso purtroppo riesco a farne solo metà .
Abbiamo scelto per accompagnare il tuo intervento la parola #Obiettivi, pensi che ti rappresenti?
Questa parola, in realtà , non mi rappresenta come vorrei, però tra tutte le parole che mi vengono in mente è quella che più mi si addice. Molto spesso, ancora prima di aver raggiunto un obiettivo, inizio a pensare a quello successivo. Solo per fare un esempio: attualmente nuoto, però penso sempre ed incessantemente a come promuovere il movimento paralimpico.
Quali obiettivi hai raggiunto?
Fortunatamente ne ho raggiunti diversi. In ambito natatorio sono riuscito a partecipare a due Paralimpiadi, e in una di queste ho vinto una medaglia d’oro. Ma l’aspetto per me più importante, è che sono riuscito a far cantare l’inno di Mameli!
Ho raggiunto grandi traguardi anche al di fuori del nuoto: mi sono laureato in 3 anni e mezzo nel ciclo 3+2 di Scienze Politiche, laureandomi con 110 e lode, sono riuscito a far conciliare la mia vita agonistica e la mia vita lavorativa, cosa non semplice, ma con costanza ed organizzazione tutto è possibile. Fortunatamente ho ancora tanti sogni da realizzare e molta strada davanti a me.
Quali difficoltà hai superato?
Ho superato molte difficoltà , prima tra tutte quella di accettare la mia disabilità . Penso di essermi reso conto di camminare in modo diverso rispetto agli altri bambini quando a 3 anni vidi la mia immagine riflessa nel vetro, mentre camminavo. Tutte le altre difficoltà sono state nulla in confronto a ciò. Non è stato per nulla semplice. L’adolescenza è stata complicata e allo stesso tempo incredibile; molto spesso venivo e vengo tutt’ora visto come un alieno. I bambini, molto onestamente, mi si avvicinano e mi chiedono perchè cammino così, i “ragazzi” e gli “adulti” molto spesso fanno finta di nulla, salvo dopo un po’ di tempo , con imbarazzo chiedermi cosa mi sia successo. Molto spesso mi sono sentito strano, non adatto, a disagio. E’ stato complicato, ma l’accettazione di se stessi è la cosa più giusta da fare.
Quanto ha contato la presenza di “altri” e come?
Sul podio a ritirare una medaglia ci va solo una persona, però quella medaglia è il risultato di un lavoro di squadra. Molti sono i soggetti che in un modo o nell’altro contribuiscono ai risultati a cui sono arrivato. Si può andare dall’individuo che ti incoraggia, che fa il tifo per te, alla famiglia, al tuo allenatore, a tuo fratello, alla tua ragazza, persone sono fondamentali nei momenti più difficili.
L’allenatore è la persona che un atleta ad alto livello vede normalmente durante la giornata; si arriva ad odiarlo e a volergli bene allo stesso tempo.
La famiglia molto spesso è quella che ti indirizza verso il primo sport, e che ti spinge a non mollare nei momenti più difficili.
Cosa significa passione per te? La passione da sola basta?
La passione, a mio avviso, è lo stimolo che ti porta, nonostante tutti i sacrifici, gli anni di allenamenti, nonostante tutto, a continuare a buttarti in acqua e a macinare chilometri di prima mattina, non sapendo nemmeno tu per quale motivo.
La passione, ovviamente, da sola non basta. Ci vuole dedizione, costanza, ma sopratutto voglia di sacrificarsi.
Circa la cosa più importante per raggiungere i propri obiettivi, ritengo sia fondamentale la costanza. Se non fossi stato costante, non sarei mai riuscito a raggiungere i miei obiettivi.
Ho conosciuto tanti ragazzi molto talentuosi che però non avevano la mentalità e che non sono stati in grado di reggere lo stress che un allenamento costante richiede.
Alcuni mi hanno anche detto, e personalmente concordo, che hanno smesso di nuotare non tanto per lo sforzo in sè, ma per lo stress di dover ogni giorno svegliarsi, alzarsi , andare a nuotare, fare la propria giornata, andare a dormire e sapere che ricomincerà tutto da capo il giorno dopo.
Vivere senza porsi altri limiti, che tutti abbiamo, chi visibili, chi invisibili…ma tutti presenti nel momento sempre meno opportuno.
La parola visibile non va in sintonia con “fare finta” ma “combattere” perché si impara sin da subito il sapore della dedizione, della costanza, e del sacrificio con una dose di passione indescrivibile…la voglia di vivere…amare ed amarsi…