Education marketing. Intervista a Valeria Alinei
Per la nostra rubrica il libro del mese parliamo di “Education Marketing” insieme alla nostra business mentor Valeria Alinei, autrice di “Education marketing. Strategie e strumenti per comunicare il valore nel mondo dell’istruzione”.
Ciao Valeria, raccontaci qualcosa di te.
Mi occupo di marketing e comunicazione come libera professionista e in collaborazione con l’agenzia Education Marketing Italia, l’unica in Italia ad occuparsi del tema, da diversi anni. Nel dicembre 2019 ho pubblicato il mio primo libro: “Education marketing. Strategie e strumenti per comunicare il valore nel mondo dell’istruzione“. Si tratta del primo volume italiano sul tema dell’Education Marketing, un compendio di strumenti e strategie per la comunicazione nel mondo dell’istruzione, scolastica e universitaria.
– Cos’è l’education marketing?
L’Education Marketing non è altro che la declinazione del marketing nel settore dell’istruzione: uno sguardo rivolto quindi alle scuole, alle università, ai centri di formazione. L’idea è che si possa – e forse si debba – inizia a ragionare nella direzione di una più efficace gestione di queste organizzazioni, attraverso una razionalizzazione degli strumenti e un diverso rapporto – tra le altre cose – con la comunicazione.
– Quale ritieni sia il livello attuale della comunicazione degli istituti educativi?
Basta vedere la maggior parte dei social o molti siti web scolastici per rendersi conto di quanto poco sia presa in considerazione l’efficacia comunicativa nei confronti degli studenti e dei genitori. Se ad oggi le università italiane hanno sicuramente compreso l’importanza di una comunicazione (soprattutto online) efficace, con siti web moderni, social media gestiti da un dipartimento e creazione continua di contenuti, a livello scolastico l’attività di comunicazione difficilmente è gestita in modo professionale. Normalmente c’è qualche docente volenteroso che si assume l’incarico di organizzare gli open day, o gestire i social (se questi esistono) e di caricare le news su un sito spesse volte antiquato. Le eccezioni chiaramente esistono, e iniziano pian piano ad aumentare di numero, ma sicuramente c’è ancora tanta strada da fare.
– Hai delle best practies da suggerire?
Il problema di fondo, soprattutto a livello scolastico, è che non sono previste le risorse, non c’è la possibilità di “assumere” – per fare un esempio – un social media manager a scuola. Di base credo che si arriverà prima o poi a prevedere (in amministrazione) una figura professionale addetta alla comunicazione: finchè ciò non accadrà, credo che la miglior best practice possibile sia quella di dedicare parte della formazione continua dei docenti e dei dirigenti scolastici a tematiche come – appunto – l’education marketing, i social media, la comunicazione, per poter accedere a risorse e strumenti per svolgere più efficacemente le attività che già sono chiamati a fare, pur non avendo le competenze specifiche.
– Nel contesto attuale determinato dal covid quali ritieni siano le strade percorribili?
Il Covid non ha fatto altro che aprire il vaso di Pandora e far scoprire in un attimo il mondo digitale ad una realtà – quella dell’istruzione – che ne era abbastanza a secco. Sicuramente non si poteva in nessun modo esser pronti ad affrontare una situazione del genere, era imprevedibile sotto ogni punto di vista. Ma sicuramente è stato fondamentale che la gestione scolastica recepisse l’importanza del digitale: non è solo la tanto bistrattata DAD, ma è l’enorme opportunità di fare community, di espandere i propri orizzonti un po’ più in là di quanto sia fisicamente possibile e fare network.
Per approfondire: